Raoul Bova vince il primo match contro Corona: il Garante e Google oscurano i canali social di “Falsissimo” e i contenuti che hanno violato la privacy dell’attore

La battaglia legale tra Raoul Bova e Fabrizio Corona segna un punto fermo a favore dell’attore nella zona illecita del “Far Web”. Come avevamo anticipato qui su Affaritaliani il Garante per la protezione dei dati personali, dopo le segnalazioni e le denunce avanzate dall’avvocato Annamaria Bernardini de Pace e dalla brava Violante Di Falco in difesa del suo assistito, insieme con i legali di Google che gestisce la piattaforma Youtube dove è stato mandato in onda “Falsissimo” - Diavoli e Tentatori - la prima parte della durata di venti minuti circa e Meta che gestisce la piattaforma Instagram con i conseguenti Reel da lancio; rigonfi sempre degli stessi audio rubati; avevano disposto la rimozione immediata dei contenuti diffusi da Corona e l’abbattimento dei suoi canali social collegati al format Falsissimo. Notizia di poche ore fa, i canali o meglio i video contenti i reati incriminati sono stati abbattuti con una velocità impressionante che forse apre una luce nel mondo del “Far Web”.
L’Autorità ha infatti accertato la diffusione illecita di dati sensibili e di materiale lesivo dell’immagine e della reputazione di Bova, in aperta violazione della normativa sulla privacy. I contenuti erano stati caricati e condivisi su piattaforme come Instagram, TikTok, YouTube, Facebook e Telegram, oltre a essere rilanciati in trasmissioni televisive e su alcuni quotidiani online. Anche nelle altre piattaforme c’è stato lo stop e l’abbattimento delle violazione messe a disposizione del popolo del web che ha sorriso e sputtanato l’attore, fregandosene dei reati commessi.
L’elenco degli URL segnalati allo stesso Garante è lungo e dettagliato: si tratta di video e post nei quali Corona, senza alcun titolo né autorizzazione (inutile appellarsi al diritto di cronaca, ndr), divulgava conversazioni private, insinuazioni e contenuti a pagamento, arrivando perfino a monetizzare su piattaforme esterne. Una condotta ritenuta gravissima, non solo sotto il profilo della violazione dei dati personali, ma anche per la strumentalizzazione mediatica e il tentativo di lucro a danno dell’attore e del suo difensore. E anche qui ci risulta sia in corso una nuova indagine.
Il provvedimento del Garante, insieme con i leggo di Google, hanno portato alla rimozione dei contenuti e alla sospensione dei canali incriminati, inibendo di fatto la possibilità di proseguire la campagna diffamatoria. Meta, Google, TikTok, X Corp. e le altre società coinvolte sono state formalmente destinatarie della decisione e hanno accettato e condiviso la scelta del Garante, con l’obbligo di eseguire immediatamente la cancellazione delle pubblicazioni.
"È una vittoria non solo personale, ma di principio – sottolinea l’avvocato Bernardini de Pace – perché riafferma il diritto alla privacy, al decoro e alla verità in un’epoca in cui i social vengono usati per distruggere la reputazione delle persone”. Con questo intervento, la vicenda segna una svolta: Raoul Bova ottiene per il momento una vittoria piena contro Corona, e il Garante ribadisce che la rete non è una zona franca, ma uno spazio in cui le regole valgono e vanno fatte rispettare. Intanto la procura corre veloce. C’è un indagato per tentata estorsione, non è Corona, il nome formalmente è ignoto ma le strade portano tutte verso un unico soggetto. Vi teniamo aggiornati.
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